A chi non è capitato di sentirsi tristi e soli in un periodo particolarmente difficile? Rendersi conto che erano più i momenti di tristezza provati che quelli di serenità?
Proprio in quei momenti, guardandoti intorno, sembra che tutti, ma proprio tutti, sorridano, ridano e se la (s)passino nel migliore dei modi.
Alla tristezza unisci un sentimento di solitudine perché ti sembra di andare contro corrente. Una corrente che invece vorresti percorrere nel senso contrario, insieme a tutti gli altri.
Sembra poi che ci siano dei periodi dell’anno dove percepisci in modo più pesante questi sentimenti.
Natale, vacanze estive e San Valentino.
Basta solamente uscire di casa e guardarti intorno per vedere pubblicità e persone che “sembrano” più felici di te.
Nel caso tu sia single, a niente servono i commenti dei tuoi amici che ti ripetono “Sei nel periodo migliore della tua vita: puoi fare tutto quello che vuoi.”,“ Non devi rendere conto a nessuno: prendi e vai”.
Hai passato un lutto o una vicenda particolarmente dolorosa?
Le frasi “Ci vuole tempo, ma è meglio così, perché non soffre più” ti fanno incazzare alla grande.
Te lo dico perché sono passata da una separazione dopo anni di convivenza con il compagno di allora e il lutto per la perdita dei miei genitori.
In entrambe le vicende, ho spesso odiato chi mi stava vicino.
Soprattutto quando se ne usciva con quelle banalità.
Allo stesso tempo il senso di colpa (per questi pensieri), la vergogna (per averli provati), la tristezza e il dolore si uniscono e sembra che il mondo ti cada addosso.
Quando ti prendono questi momenti? (oltre a Natale, San Valentino e al periodo prima delle ferie)
Immagino che sia soprattutto alla sera e durante il week end. Nei momenti dove tiri il freno e ti metti a pensare: dove hai più tempo per te. La testa e il cuore si riempiono di tristezza e solitudine.
Il tuo desiderio di stare meglio è condito dal non saper cosa fare per uscirne.
Anch’io mi sono trovata impantanata in questo mood e ho sperimentato diversi modi per stare meglio, grazie anche ad anni di psicoterapia.
Allora, come fare per smettere di sentirsi tristi e soli?
Cosa fare quando ci si sente soli e tristi?
La prima cosa da fare è accettare l’emozione che si prova e assolutamente evitare di far finta di nulla.
Ho compreso sulla mia pelle che la tristezza è un’emozione.
Come lo sono la rabbia, la gioia e l’invidia.
Non esistono emozioni buone o cattive, ma solo emozioni.
La profondità e la “durata” di questi sentimenti, le rende invece benefiche o patologiche: sta tutta lì la differenza.
Sappi che hai il sacrosanto il diritto di provarle.
Di accettare quando ci si sente soli e tristi.
Perché questi sentimenti sono stati originati da una causa effettiva.
È una tendenza che porta all’introspezione e ci sta tutta.
Devi sapere che in Medicina Tradizionale Cinese, l’emozione della tristezza è legata alla trasformazione (elemento) del Metallo.
Dove la manifestazione è correlata alle lacrime, alla chiusura delle spalle, all’introspezione. Tutte sfumature che puoi rivedere in modo netto, quando ti senti sola e triste.
È normale che ti venga da piangere: è uno sfogo fisiologico del corpo.
Il fermare le lacrime perché segno di debolezza, invece, sono un dannato risvolto della nostra cultura.
Dove piangere è segno di vigliaccheria, di essere poco cool, di piagnistei.
Invece è sano.
Anzi, è molto peggio reprimere e nascondere dentro di sé tutta questa ridda di emozioni.
Altrimenti, in un momento che non ci aspettiamo “scoppieranno” come una bomba.
Sarà difficile correre ai ripari allora, oltre che faticoso, più doloroso. Soprattutto il processo di uscita da questo loop sarà più lento e lungo nel tempo.
Un aiuto da parte tua per l’elaborazione di una vicenda difficile è la scrittura.
Da sempre la considero terapeutica. Dove puoi sfogare le tue emozioni e (ri)leggerle nel tempo per capire quanta strada tu stia percorrendo. E in che direzione.
Parlando di scrittura per stare meglio, conosci il mio libro “Prima Arrivi Tu”?
È proprio per questa ragione che l’ho scritto.
Contiene il mio vissuto e una serie di tecniche, suggerimenti e input per vivere più serenamente nonostante tutto quello che succede nella vita di tutti i giorni.
Pieno di condivisioni delle persone che ho incontrato in quasi vent’anni passati nel mondo olistico: per farle star bene, stando bene io, in primis.
A proposito di suggerimenti, eccone alcuni se non sai cosa fare quando ci si sente soli e tristi.
Sono una serie di credenze potenzianti per superare la solitudine e la tristezza
Lavorare sulla propria autostima
Devo spostare il focus dal pensiero “sono sola mentre gli altri formano dei gruppi (o coppie) pieni di armonia”.
Devo concentrarmi sulla nuova libertà. Di orario, tempo e spazio che mi permette questa nuova autonomia.
Ciò vuol dire andare al cinema da sola, iscriversi a un corso nella palestra che sognavo tanto (ma che non piaceva alla mia ex “dolce età”).
Progettare le vacanze nella località che continuavi a tenere nel cassetto.
(Se hai timore di viaggiare da sola, ti consiglio di contattare la meravigliosa Marta di Domaniparto: specializzata in viaggi per donne sole in splendide località asiatiche)
O più semplice, stare stravaccata sul divano, a leggere un buon libro, con candele accese intorno e una musica (la tua preferita) in sottofondo. Meglio se strumentale, come ad esempio Einaudi. Perché le parole delle volte deconcentrano.
Invece di rinunciare a tutto, perché non hai più il riferimento di prima, puoi concentrarti sul radicamento.
Questo serve per avere una nuova centratura: su di te. E non solo su qualcun altro che aveva spostato il tuo centro verso un altro confine.
Cominci a fare cose diverse, a interessarti di passioni che riguardano solo te e per questo ti rispecchiano al 100%. Ti confronti con i tuoi limiti, le tue possibilità e le tue capacità. Certo, non è facile, ma questo aumenta l’autostima, un giorno alla volta, sempre di più.
Ti renderai conto di quanto riesci a fare/ottenere da sola. Soprattutto ti accorgerai di quanto, prima, la responsabilità delle tue non-scelte, la davi a qualcun altro.
E’ utilissimo questo punto per comprendere quanto siamo responsabili di noi stesse.
Durante il week end, quando la solitudine e la tristezza sono grandi, puoi cambiare il tuo mindset, pensando “Cosa mi piace fare per davvero?”. Scoprire così che le ore nelle quali sei libera dal lavoro, le puoi investire nel tuo benessere.
Coccolati e ritrova la connessione con te stessa.
Andando a delle mostre, al cinema, regalandoti un bagno caldo, frequentando un centro benessere.
Regalandoti un massaggio rigenerante: quante Donne passano sotto alle mie mani in Auraspei, proprio con questo intento!
Riempi di gratitudine il tuo corpo e la tua mente, coccolandoti. Puoi fare un sacco di cose nutrienti per la tua anima.
Lavorare sulle tue potenzialità, riempiendo i vuoti, di tempo e di spazio.
Così che questi vuoti e questi spazi siano pieni di qualità. Studia, leggi, scrivi, dipingi, impara a cantare: investi il tuo tempo nel modo più proficuo per il tuo benessere.
Prendisi cura di se stessi per smettere di sentirsi tristi e soli
Scoprirai la tua vera potenzialità. Sentirsi tristi e soli fa tanta paura quindi concentra le tue attenzioni sul tuo spazio interno. Medita, respira, radicati. (Sul radicamento ho creato diverse meditazioni guidate che le Ospiti di Auraspei adorano)
Questo ti aiuta a essere più comoda e a tuo agio nel tuo spazio interno. Dove non esiste la paura di essere sola, ma esclusivamente l’amore per te stessa. Darsi il tempo di sentire tutte le emozioni difficili, lavorare sulle credenze limitanti e nutrire il nostro spirito, Senza sensi di colpa, strattoni e rimproveri.
Scrivi, ascolta musica tranquilla (senza il cantato che distrae), respira, medita e pratica yoga
sono tutti metodi che ti aiutano a lasciar andare. Questo ti permette di essere stimolata a un ascolto interiore e alla risalita verso l’alto. Sono ottimi modi per allontanarti dalla tristezza e dalla solitudine. Sempre dopo che, fisiologicamente hai pianto, hai ammesso la difficoltà, e hai voglia di stare meglio. Naturalmente esce quello che vuoi tenere nascosto: Il corpo molla e lascia andare. Ritrovi la serenità.
Sentirsi soli e tristi in gravidanza o nel post-parto
Dopo che hai partorito, l’interesse che tutti avevano nei tuoi confronti, mentre avevi il pancione è scomparso. Dico sempre che “una volta scartato il bel regalo, rimane solo la carta stropicciata”.
Così mi sono sentita, dopo aver messo al mondo mio figlio.
Sono certa che hai notato anche tu, come tutti i pensierini che arrivano a casa da amici e parenti, sono sempre per il nascituro, mai per la mamma.
Come se tu non esistessi.
Già non riconosci più il tuo corpo così cambiato e poi devi fare i conti con tutta una serie di emozioni altalenanti. Bellissime e difficili.
Capita di sentirsi soli e tristi in gravidanza (non entro nel merito della depressione post parto perché non è questo l’ambito e l’unico supporto utile è quello psicologico).
È molto importante uscire di casa.
Passare all’azione appena le difficoltà del parto sono diminuite. Trovarsi con donne che ti comprendono. Non ti giudicano, ma ti capiscono.
Un grande sostegno è il gruppo di neo mamme. Magari proprio quelle con il quale hai seguito il corso pre parto, o le attività in preparazione alla nascita.
Ci si sfoga, ci si ascolta, si ride anche amaramente delle volte, ma soprattutto non ci si percepisce come aliene.
Proprio in un gruppo come questo, ho conosciuto una ragazza meravigliosa, oggi una delle mie migliori amiche.
Ci sentiamo ogni giorno, davvero ogni giorno, dagli inizi del 2018, praticamente da quando siamo diventate mamme.
È stato come tenersi per mano a vicenda. Senza giudizio, ascoltandosi e facendosi compagnia.
Ricorda, in questi momenti, scegli persone a te simili, meno giudicanti possibile.
Saranno la tua ancora di salvezza dalla tristezza e dalla solitudine.
Sai che ho ideato la mia newsletter “Vergognosamente Felice” anche per questa ragione? Per mantenere un contatto con le donne in difficoltà, che si sentono delle volte sole, tristi, non comprese, giudicate.
Le uscite settimanali sono un’isola di comprensione e di input per (ri)trovare la serenità, in un mare in burrasca che, delle volte, è la Vita.
Ricorda SEMPRE di trattarti con gentilezza, non mortificarti, non sentirti in colpa. È tua responsabilità volerti bene.
C’è un’ultima cosa che voglio precisare quando capita di sentirti tristi e soli.
Esiste una differenza tra l’esito benefico e il patologico della tristezza mista alla solitudine.
Sta nella profondità e nel tempo del protrarsi di queste emozioni.
Se continuerà per settimane e mesi (delle volte anni), sempre costante, invalidando la tua vita e la tua esistenza, allora lì c’è bisogno di un altro aiuto.
C’è bisogno di chiedere aiuto e soprattutto accettarlo.
Meglio rivolgersi a figure professionali dedicate a queste tematiche, come lo psicologo o lo psicoterapeuta.
L’elaborazione del lutto o di un’esperienza particolarmente dolorosa è l’unico modo per poter invertire la rotta, allontanandosi dalle fauci di un possibile esaurimento nervoso.
Parola di chi l’ha vissuto sulla propria pelle